vertebra artificiale stampata in 3dStampanti 3D: la prima vertebra artificiale impiantata su un bambino malato di cancro

Una vertebra artificiale prodotta da una stampante 3D ha salvato Qin, un bambino di 12 anni malato di cancro. L’impianto, il primo caso al mondo, è stato effettuato con successo dal team di Liu Zhongjun, direttore del Dipartimento di Ortopedia dell’Università di Pechino. L’osso è stato prodotto usando i dati strutturali provenienti da una Tac.

“Possiamo usare prove iconografiche sui pazienti, come una tomografia computerizzata (Tac), e convertire i dati in quelli utili alla stampa 3D in modo da produrre un’osteosintesi con la stessa struttura ossea del paziente – ha spiegato Zhongjun – Quando viene impiantata in un essere umano, questa corrisponde perfettamente con la sua struttura anatomica”.

I medici hanno sottolineato che questo intervento significa che i chirurghi non hanno bisogno di usare né cemento chirurgico nè viti per impiantare l’osso vertebrale artificiale. E questo implica che Qin, al quale era stato diagnosticato due mesi fa il sarcoma di Ewing, tumore maligno tipico della sua fascia d’età, avrà un recupero più veloce e una maggiore mobilità dopo la completa guarigione.

L’impianto è stato realizzato usando come materiale di stampa polvere di titanio, il metallo standard utilizzato in impianti ortopedici grazie alla sua biocompatibilità. Alla vertebra artificiale sono stati poi applicati minuscoli pori che consentiranno all’osso di crescere sul dispositivo, legandosi a lui in modo il più naturale possibile.

Dopo la stampa di un cranio di plastica, dunque, continuano le applicazioni mediche delle stampanti 3D, che ormai sembrano essere la tecnologia del futuro per questo genere di interventi.

“Un mese dopo l’intervento chirurgico tutti sono convinti che Qin sia sulla strada della ripresa. Sua madre dice di essere di buon umore sapendo che il suo ambulatorio ha compiuto un passo verso la possibilità di dare agli altri una sostituzione spinale con una nuova opzione di trattamento” ha concluso il medico.

Roberta De Carolis da nextme.it

Lascia un commento