massimo banzi arduinoSono piccole notizie che ci rendono fieri

Arduino arriva al Moma di New York
La piccola scheda elettronica esposta come esempio di design contemporaneo Made in Italy

C’è Picasso, Jackson Pollock e Arduino. La piccola scheda elettronica Made in Italy entra ufficialmente al MoMA di New York , dove sarà esposta a partire dal 2015, a fianco ai maestri della pittura, come “esempio di quei piccoli capolavori in grado di avere un enorme impatto sul design contemporaneo”, come scrive la curatrice del Dipartimento di Architettura e Design del museo di New York Paola Antonelli.

Creato ad Ivrea da un team composto da Massimo Banzi, David Cuartielles, Tom Igoe, Gianluca Martino e David Mellis, questo microcomputer ha fatto breccia non soltanto nel cuore degli smanettoni, ma anche di artisti, designer, scienziati e persino nel settore industriale, grazie alla sua versatilità che permette di collegarvi ogni genere di congegno elettronico (sensori, led, attuatori, e così via) per realizzare oggetti interattivi, che vanno da orologi parlanti a robot, congegni per la domotica, creazioni degne di una galleria d’arte, e così via.

Il successo è dovuto anche al fatto che l’hardware e il software sono aperti e consentono a chiunque di intervenire e modificarli a proprio piacimento. La celebrazione del MoMA, che non a caso a fianco ad Arduino acquisisce Ototo, Makey Makey, Colour Chaser e DIY Gamer Kit, tutti progetti pensati per abbandonare la fruizione passiva e passare dalla parte di creatori e inventori, celebra l’era del “bricolage elettronico” ispirato dalla tecnologia, che comprende tra l’altro anche il boom delle stampanti 3D e dei gadget a costruzione modulare.

Idee nate in laboratori di ricerca o inizialmente dedicate a un ristretto gruppo di cervelloni e che sono arrivate alle masse grazie anche al successo della Maker Faire, fiera dedicata al fai da te nata in California nel 2006 e allargatasi a macchia d’olio con analoghi eventi in tutto il mondo.

MARCO CONSOLI da lastampa.it

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