Osv MAcchiDalle city car ai fuoristrada arriva l’auto fai-da-te “Si scarta e si monta in un’ora”

Flessibile ed economica, il telaio si adatta a tutti i tipi di motore

PER credere davvero a certe storie, e ancora di più per viverle, occorre essere dei bambini. O, in un certo senso, esserci rimasti dentro. Come quando giocavamo alle macchinine e con la bocca facevamo broom-broom e ci emozionavamo. Ecco questa è la stessa storia, solo che la macchina stavolta è vera: si chiama Osv, che sta per “open source vehicle”.

Dove il termine veicolo è usato perché si tratta di una via di mezzo fra un’auto e uno scooter; mentre l’open-source richiama il mondo digitale, ovvero il fatto che il progetto è pubblico, chiunque può scaricarlo via internet dal sito ufficiale (online da domani) e farci quello che vuole. “Copiatelo, diffondetelo, miglioratelo!” è lo slogan con cui verrà lanciato. Osv infatti è la prima macchina fai da te. Ti arriva a casa in quattro scatole facili da trasportare e in un’ora la monti e parti. Per la prima volta sarà montata venerdì mattina, al palazzo dei Congressi di Roma, in diretta web, in occasione della Maker Faire, la grande festa mondiale degli inventori.

I due inventori di Osv non sono dei ragazzini ed anzi la loro esperienza garantisce sul fatto che questa vicenda non è solo un sogno o una sparata. Ampelio Macchi ha 58 anni, è un ingegnere meccanico di Varese ed è un mago dei motori per moto: «Dopo aver vinto 51 titoli mondiali ho deciso che volevo tornare a casa per stare vicino a mia figlia e lavorare su qualcosa di davvero utile» racconta nel quartier generale di Osv in Italia, il primo piano di un capannone industriale vicino al golf club di Busto Arsizio (al piano terra c’è un meccanico…). Il progetto “davvero utile” era il sogno dell’altro protagonista di questa favola, Francisco Liu, nato a Macao 64 anni fa, laureato in Filosofia a Hong Kong e da quarant’anni pendolare fra l’Italia e la Cina. Nel suo curriculum si dice che ha portato la Nutella ai cinesi, e poi ha collaborato a lungo con la Cagiva per le moto e con Bertone, Pininfarina e Giorgetto Giugiaro, campioni riconosciuti del design industriale e per auto. È in questo contesto che gli viene l’idea della mobilità del futuro: «Per non sprecare energia e inquinare di meno
per muoversi basta uno scooter a quattro ruote…».

Le vite di Ampelio e Francisco si erano incrociate tempo fa a Taiwan; quando si rivedono, recentemente, decidono che è venuto il momento di realizzare il sogno di «un’auto modello Ikea, immediatamente bullonabile» come la definisce l’ingegner Macchi. Per tenere basso il prezzo finale (duemila euro, senza motore) decidono di lavorare assemblando pezzi esistenti sul mercato, dove possibile, e quello che manca lo realizzano con una stampante 3D e se funziona lo fanno produrre in Cina, a Shenzhen. Il risultato finale è Tabby, “il primo pianale universale”: è il cuore di una Osv, totalmente versatile e flessibile, consente di assemblare facilmente vetture a due, tre, quattro ruote, city car, golf car ma anche fuoristrada volendo. Infatti può essere allungato o accorciato a piacere e poi ognuno può metterci sopra la carrozzeria che preferisce.

Dall’automobile di massa al veicolo totalmente personalizzato, questo passo assomiglia moltissimo a una formidabile applicazione della Terza Rivoluzione Industriale annunciata un anno e mezzo fa dal settimanale
The Economist in copertina: “La prima rivoluzione industriale partì in Gran Bretagna nel 1700 con la meccanizzazione dell’industria tessile e la nascita delle fabbriche, era il senso dell’analisi; la seconda agli inizi del ‘900 quando Henry Ford realizzò la catena di montaggio; ora tocca alla terza, la manifattura digitale, spinta dalle stampanti 3D e dalla cultura del fai-da-te rilanciata dalla rete”.

Se Osv funziona, nelle intenzioni degli inventori, questa idea è destinata a cambiare per sempre il mondo dell’auto. Spiegano: «Chiunque potrà costruirsi il proprio veicolo personalizzato: produttori, aziende automobilistiche e motociclistiche, ma anche designer, makers e appassionati ». Non serve una fabbrica, basta un garage, quella che chiamano “one-room factory”. Le applicazioni possono essere infinite: solo in Italia ci sono centinaia di centri stile specializzati nel progettare carrozzerie fantastiche e che oggi soffrono la crisi tremenda del settore dell’auto che per questo ha smesso di chiedere progetti. Ma un mercato potenziale Macchi e Liu lo vedono anche in Africa «dove 320 milioni di persone sono tagliate fuori dai trasporti e per questo hanno ostacoli continui per frequentare le scuole, per curarsi negli ospedali, per fare impresa». Africa One potrà portare fino a quattro passeggeri e costerà meno di quattromila dollari, motore compreso. Il motore infatti è l’altro capitolo della storia, quello ancora da terminare. C’è in vista un motore ibrido ancora in fase di sviluppo: è questo il regno di Ampelio, che va molto fiero del motore ibrido integrato (questo sì, brevettato: IHE) nel quale ha riversato l’esperienza di una vita di vittorie nel motomondiale. Per avere il motore in produzione bisognerà aspettare un anno, ma il pianale di Osv c’è già «ed è compatibile con tutti i tipi di motore» (a scoppio, elettrico, ibrido): domani, dopo la presentazione mondiale il progetto sarà scaricabile dal sito ufficiale; e sarà subito possibile anche fare ordinazioni.

di RICCARDO LUNA da repubblica.it

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